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al testo di Klara Rubino
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Veloce passavo Come tante altre cose E persone, come le Vite e i minuti
Un taglio scuro squarcia il mattutino cammino Di un’anima apatica e incosciente
Le tue natiche cerulee esposte Sono la ballata quotidiana Dei dannati della notte e
Questo mondo di ghiaccio Piegato in due Rivolto in avanti...
Venti code di scimmie pulciose, I tuoi capelli a molestarti il volto, Ed attaccato al mento proteso, un ammasso Di bianchi lombrichi, La tua barba, incolta.
Sull’erba non c’erano ancora I rigurgiti dell’anima ubriaca; Zolle che premono, Sconquassano lo stomaco.
I lineamenti ombrosi Scrivono sul viso “Stanotte ho patito tanto freddo”.
La tua casa è a due passi, pareti colorate: Due ombrelli a spicchi vivaci appoggiati Al muretto basso e scalcinato che un tempo Proteggeva la cittadella, adesso Difende i tuoi reni stremati dal vento, Proviene dal mare, dal porto.
Sotto l’arco Il solito puzzo Poco più avanti una lattina verde e vuota
Forse c’è bisogno C’è bisogno di aiuto Quello non è un ologramma.
Il sapone e l’acqua calda di una doccia Una coperta nuova, salviette, frutta E qualche parola,
La pasta al pomodoro di un sorriso Può spuntare in una pozzanghera fangosa?
Un raggio di sole in un angolo del viso.
La mia auto immeritata e sporca Mi riporta tra le pareti Di cinque stanze vuote Dov’è Scirocco la speranza Il cinismo una certezza.
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